Christian Schiester (AUT) participates in the Ocean Floor Race through the White Desert in Egypt from March 21st to 27th, 2014 // Harald Tauderer/Red Bull Content Pool // P-20140709-00189 // Usage for editorial use only // Please go to www.redbullcontentpool.com for further information. //

Mt 4,1-11

Questa prima domenica di quaresima ci fa entrare in un tempo di lotta interiore: il tempo delle scelte, il tempo per fare verità dentro di noi, per imparare sempre di nuovo a perdonare.

Il deserto è il luogo per riscoprire la forza e il rischio della nostra libertà.

Il vangelo ci presenta Gesù tentato dal demonio: Egli dopo aver ricevuto il battesimo da parte di Giovanni, è sospinto dallo Spirito nel deserto. Inizia la sua vita pubblica e itinerante immergendosi nel silenzio e nella solitudine: solo così può venire alla luce l’essenziale.

Le tre prove che Gesù vive sono le tentazioni a cui è soggetta l’umanità intera: quando noi umani entriamo in relazione con le realtà di questo mondo, sentiamo forze, bisogni, brame che si scatenano in noi e che, se non vengono dominate, ci impediscono di riconoscere la presenza degli altri e di Dio, fonte di ogni dono. Gesù è entrato nelle tentazioni, non le ha rimosse, ma le ha attraversate misurandosi con esse, accettando il rischio e la sfida della sua libertà umana e ha vinto Satana con la forza della parola di Dio.

Dio affronta il rischio di una storia di peccato: il rischio che Lui corre con la sua creazione lo si può comprendere soltanto partendo da un’idea di libertà. Dio è assolutamente libero, e quando realizza una creazione essa deve venire come “abbandonata” in balia di una libertà senza confini. La libertà dell’uomo è talmente inviolabile che Dio stesso si “occulta”, si “nasconde” per non sopraffare l’uomo.

L’uomo può abusare della sua libertà… ma è questa la condizione che rende possibile la libertà umana: Dio vuole un interlocutore che sappia dirgli di “no”, proprio perché vuole un interlocutore che sappia dirgli di “sì”.

Adamo ed Eva sperimentano l’ambiguità della libertà: decidono di non fidarsi di Dio, di non esercitare l’abbandono fiducioso, vogliono essere tutto, vogliono essere come Dio, gli unici signori… ma si ritrovano nudi.

Anche Gesù vive i nostri stessi dubbi, affronta le nostre stesse tentazioni, è posto di fronte alle nostre stesse scelte. E sceglie di donare agli uomini non il miracolo ma il pane della Parola. Sceglie di essere un Messia dimesso e misericordioso, non ricorrerà ai prodigi, né alla forza: Dio vuole essere amato per ciò che è, non per ciò che dà. Sceglie la povertà come logica di abbassamento e di umiltà.

Il deserto allora ci permette di andare all’essenziale, di capire chi o che cosa conduce la nostra vita, di ripensare alle scelte che quotidianamente facciamo.

Il peccato è segno della possibilità dell’uomo di scegliere e di sbagliare. Rispettoso dei nostri tempi e dei nostri sentimenti, Dio ci propone un superamento (non ingenuo o miracoloso) del peccato, per rinascere alla vita nuova di figli.

Ma, per farlo, occorre riconoscere e superare la tentazione. La stessa che Gesù ha superato nel deserto di Giuda.

Da “I fratelli Karamazov” di Fëdor Dostoevskij

Invece di assumere il dominio della libertà degli uomini, tu hai reso quella libertà ancora più grande! Oppure hai dimenticato che all’uomo la pace, e persino la morte, sono più care della libertà di scelta nella conoscenza del bene e del male? Nulla è più seducente per l’uomo della libertà di coscienza, ma, nel contempo, non c’è nulla che per lui sia più tormentoso. […] Invece di assumere il dominio della libertà umana, tu l’hai accresciuta e hai sovraccaricato con i suoi tormenti il regno spirituale dell’uomo, per sempre. Tu hai desiderato il libero amore da parte dell’uomo, hai desiderato che egli venisse spontaneamente a te, attirato e catturato da te.

Invece di attenersi alla rigida antica legge, l’uomo, da allora in poi ha dovuto decidere da solo, con il cuore libero, quale fosse il bene e il male, avendo unicamente la tua immagine come guida davanti a sé; ma ignoravi forse che alla fine egli avrebbe rigettato e messo in discussione persino la tua immagine e la tua verità, se fosse stato schiacciato da un fardello così spaventoso come il libero arbitrio? […] Così facendo tu stesso hai posto le basi per la distruzione del regno tuo e non puoi biasimare nessuno più di te stesso. E invece che cosa ti veniva offerto? Ci sono tre poteri, solo tre poteri sulla terra che possono sconfiggere e soggiogare per sempre la coscienza di questi deboli ribelli e renderli felici; essi sono: il miracolo, il mistero e l’autorità. Tu rifiutasti il primo, il secondo e il terzo e ne desti l’esempio per primo. (La leggenda del grande inquisitore)

Con le parole di Veronica

Noi siamo di Dio, non ci apparteniamo; siamo usciti dalle sue viscere paterne;
ci ha dotati d’infiniti doni.

Costiamo tanto, quanto è lo stesso Dio. Lui ci ha creati, Lui ci ha redenti col suo prezioso sangue.

Oh! quanto è grande questo beneficio della Redenzione!

Rinchiude in sè tutti i benefici che Dio ha fatto dal primo istante che creò il mondo, sino a che durerà.

Tutti i beni, tutte le grazie, tutti i doni, qualsiasi cosa, togliendone il peccato,
tutto è frutto del beneficio della Creazione e della Redenzione.

Dio ha fatto tutto, in nostro favore.

O anima mia, ora, Dio ti manifesta tutto quello che Lui ha fatto per te e per la tua salvezza.

Che pensi? Che fai?

(D II, 1251-1252)